image-917

PATATEM

Prezzo Semplice di Fuoco Sandro

24, Guglielmo 87040 Parenti (CS)

P.I. IT02969820782 Cod. SDI KRRH6B9


facebook
whatsapp
phone

Informazioni Legali

Cookie Policy

Privacy Policy

CGV

© 2021 Tutti i diritti riservati - Sito creato con apronline24.com

PERCHE' E' IMPORTANTE CREARE UN BRAND? UN CASO DI MARKETING NOTEVOLE: IL “SISTEMA BOLOGNA”

2021-02-03 13:57

Sandro Fuoco

marketing,

PERCHE' E' IMPORTANTE CREARE UN BRAND? UN CASO DI MARKETING NOTEVOLE: IL “SISTEMA BOLOGNA”

Il “sistema Bologna” riesce a proporre sul mercato patate con elevato grado di riconoscibilità.

Il “sistema Bologna” riesce a proporre sul mercato patate con elevato grado di riconoscibilità. Raggiungendo così anche un’accettabile sostenibilità economica della coltura per il mondo dei produttori agricoli di patate. L’importanza di elogiare la territorialità, la ricerca di notorietà e il bisogno di differenziazione, permettono alla Patata di Bologna di allontanarsi dal concetto di “commodity food”.Gli emiliani, per differenziarsi, hanno inventato le patate al selenio (Selenella), le patate allo iodio (Iodì) e la Denominazione di Origine Protetta (DOP); il principio seguito è semplice: non si vende solo un prodotto,bensì un sistema di produttori associati, un territorio, la sicurezza alimentare, e servizi quali scelta, omogeneità, informazione. In altre parole i produttori padani di patate sono riusciti a vincere la battaglia nelle menti dei consumatori eseguendo un posizionamento perfetto per le patate, che per natura sono un prodotto poco differenziabile.

 

In Emilia-Romagna la superficie investita a patate è stata, nel 2011 (ultimo dato ISTAT disponibile), di 6.000 ettari circa, con una produzione che ha superato 2 milioni di quintali. Gran parte delle superficie pataticola regionale è concentrata nella provincia di Bologna, con oltre 2.900 ettari coltivati e un raccolto che ha superato 1 milioni di quintali. Cosa distingue il “sistema patate” dell’Emilia-Romagna dalle altre zone di produzione? In sintesi:

 

  1. una Borsa patate, che funziona e che è divenuta anche una Borsa cipolle, un luogo dove si discutono i prezzi, ci si confronta e si stabiliscono anche strategie commerciali.
  2. un accordo interprofessionale che fissa le regole per oltre millecinquecento agricoltori associati, per i maggiori operatori commerciali privati, che è anche un punto di riferimento per tutto il movimento cooperativo.
  3. un Osservatorio economico del settore, che settimanalmente in alcuni momenti, o due volte al mese in altri, diffonde informazioni economiche filtrate e corrette.
  4. la produzione di una patata DOP, con la commercializzazione di quasi centomila quintali di prodotto certificato.
  5. la produzione di oltre trecentomila quintali di Selenella.
  6. la presenza di cooperative, associazioni e di una impresa privata di trasformazione prima in Italia.